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Salerno – Reggio Calabria [cartoline]

Anno: 1900
Autore: Cartoline Postali
Fonte: Ignota

Ferrovia Tirrenica Salerno – Reggio di Calabria  [da Wikipedia]

La ferrovia Tirrenica Meridionale è il più importante collegamento ferroviario nord-sud tra la Sicilia, la Calabria e il resto della Penisola. Il suo itinerario costituisce la sezione meridionale del Corridoio scandinavo-mediterraneo della Rete trans-europea TEN-T[1]. La sua parte meridionale, tra Rosarno e San Lucido è utilizzata anche come itinerario merci RFI tra il Porto di Gioia Tauro e la dorsale adriatica.

La linea, che fa parte della dorsale tirrenica Salerno-Reggio Calabria, è caratterizzata da un tracciato in buona parte vicino alla costa ed è percorsa da tutte le categorie di treni provenienti da Napoli, da Roma e da altre città del Nord dirette in Calabria e in Sicilia e da quelli in senso inverso per NapoliRoma o altri grandi centri del Nord Italia oltre che, limitatamente alla tratta iniziale fino a Battipaglia, anche da quelli da e per Potenza.

La ferrovia BattipagliaReggio Calabria che, a causa della difficile orografia delle regioni attraversate, comportava per lunghi tratti viadotti e gallerie impegnativi come quelli delle linee liguri venne costruita, tra il 1883 e il 1895, a semplice binario ed esercita con trazione a vapore dopo che erano già attivi i collegamenti ferroviari verso il sud via Metaponto e linea Jonica. Nel 1866 infatti la Società Vittorio Emanuele, che con la legge di riorganizzazione delle ferrovie del 1865 aveva ottenuta la concessione per le ferrovie calabro-sicule aveva iniziati, da Reggio Calabria e da Taranto, i lavori per la costruzione della Ferrovia Jonica, che si erano conclusi nel 1875, data in cui i due tronchi vennero saldati a Crotone. Tale completamento permetteva di andare da Napoli a Reggio Calabria in ferrovia, ma con un percorso molto lungo; da Battipaglia occorreva raggiungere Metaponto (via Potenza) e di lì invertire il senso di marcia tornando indietro lungo la costa e percorrendo tutte le tratte della linea Jonica di Basilicata e Calabria. A parte la deviazione verso est la linea era molto più lunga anche in conseguenza del fatto che la linea seguiva quasi pedissequamente la conformazione costiera jonica della Calabria, più lunga rispetto a quella tirrenica. Anche per questo motivo, la costruzione del più breve collegamento Tirrenico era stata richiesta da più parti. Già nel 1861 il ministro Peruzzi aveva proposto il collegamento, di grande utilità per Calabria e Sicilia e, nel 1870, la Camera del Regno aveva autorizzato il governo affinché procedesse alla sua costruzione. Gli studi vennero condotti dall’ingegnere Giordano per un itinerario da Eboli attraverso il Cilento e Vallo della Lucania fino a Sapri e Maratea e dall’ingegnere Gargiulo per un itinerario interno, più breve, attraverso il Vallo di Diano e la valle del Noce fino a Castrocucco. La scelta non fu facile e si ebbero accesi scontri in Parlamento tra le deputazioni lucana e campana fino a che nel 1879 con la Legge Baccarini non vennero recepite salomonicamente tutte e due. Data la riconosciuta importanza vennero ambedue inserite nella Tabella “A” tra le ferrovie da costruire a totale carico dello Stato. L’utilizzo della ferrovia per il trasporto degli agrumi, in quegli anni, iniziava ad intensificarsi dato che la tariffa speciale sui trasporti aveva ridato fiato al commercio degli agrumi. Si erano stipulati anche nuovi accordi con FranciaAustria-Ungheria e Svizzera e il traffico agrumario iniziava a spostarsi dall’America verso il centro-Europa passando così dal trasporto marittimo a quello con treni merci.

Veduta panoramica della ferrovia Tirrenica meridionale in corrispondenza della stazione di Agropoli-Castellabate

Veduta panoramica di Sapri; a mezzacosta è visibile il tracciato ferroviario che dopo un’ampia curva giunge alla stazione, sullo sfondo a destra

La ferrovia Tirrenica nel tratto di attraversamento dell’abitato di Cannitello, sullo Stretto di Messina

Il completamento della linea ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria avrebbe reso i trasporti ferroviari più rapidi e quindi più convenienti; tuttavia il fallimento della Società Vittorio Emanuele nel 1872 e l’incarico, dato dal governo, alla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo di completare la rete calabra, non permise un celere avvio dei lavori progettati. Si dovette attendere la riorganizzazione delle ferrovie con la legge e le convenzioni del 1885 che affidarono la rete alla suddetta società perché si riavviassero speditamente i progetti. Tra il 1883 e il 1887 erano state attivate infatti solo le tratte Battipaglia-AgropoliVallo della Lucania di 50 km e Reggio Calabria – Bagnara di 29 km. Nel frattempo iniziava anche la costruzione delle tratte dell’itinerario via Vallo di Diano, ma molto a rilento, giungendo a completare il tratto tra Sicignano degli Alburni e Lagonegro solo nel 1892 ma non proseguendo più oltre.

Nel 1887 venne completato il tracciato della ferrovia nel tratto tra Nicotera e Gioia Tauro e nel 1888 fu congiunto a Bagnara, ma solo nel 1894 Nicotera fu congiunta con Pizzo e Sant’Eufemia Marina, dal 1968 rinominata Lamezia Terme.

Nel 1895, dopo 20 anni di lavori, la ferrovia Battipaglia – Paola – Reggio Calabria veniva interamente completata. Erano stati eseguiti lavori molto impegnativi, con lo scavo di numerose e lunghe gallerie tra Agropoli e Scalea e tra Palmi e Villa San Giovanni e, soprattutto nelle parti centrali, anche di viadotti impegnativi allo scopo di contenere le pendenze altrimenti troppo penalizzanti. Solo tra Agropoli e Vallo della Lucania venne previsto il rinforzo in doppia trazione e con spinta in coda.

La ferrovia BattipagliaReggio Calabria che, a causa della difficile orografia delle regioni attraversate, comportava per lunghi tratti viadotti e gallerie impegnativi come quelli delle linee liguri venne costruita, tra il 1883 e il 1895, a semplice binario ed esercita con trazione a vapore dopo che erano già attivi i collegamenti ferroviari verso il sud via Metaponto e linea Jonica. Nel 1866 infatti la Società Vittorio Emanuele, che con la legge di riorganizzazione delle ferrovie del 1865 aveva ottenuta la concessione per le ferrovie calabro-sicule aveva iniziati, da Reggio Calabria e da Taranto, i lavori per la costruzione della Ferrovia Jonica, che si erano conclusi nel 1875, data in cui i due tronchi vennero saldati a Crotone. Tale completamento permetteva di andare da Napoli a Reggio Calabria in ferrovia, ma con un percorso molto lungo; da Battipaglia occorreva raggiungere Metaponto (via Potenza) e di lì invertire il senso di marcia tornando indietro lungo la costa e percorrendo tutte le tratte della linea Jonica di Basilicata e Calabria. A parte la deviazione verso est la linea era molto più lunga anche in conseguenza del fatto che la linea seguiva quasi pedissequamente la conformazione costiera jonica della Calabria, più lunga rispetto a quella tirrenica. Anche per questo motivo, la costruzione del più breve collegamento Tirrenico era stata richiesta da più parti. Già nel 1861 il ministro Peruzzi aveva proposto il collegamento, di grande utilità per Calabria e Sicilia e, nel 1870, la Camera del Regno aveva autorizzato il governo affinché procedesse alla sua costruzione. Gli studi vennero condotti dall’ingegnere Giordano per un itinerario da Eboli attraverso il Cilento e Vallo della Lucania fino a Sapri e Maratea e dall’ingegnere Gargiulo per un itinerario interno, più breve, attraverso il Vallo di Diano e la valle del Noce fino a Castrocucco. La scelta non fu facile e si ebbero accesi scontri in Parlamento tra le deputazioni lucana e campana fino a che nel 1879 con la Legge Baccarini non vennero recepite salomonicamente tutte e due. Data la riconosciuta importanza vennero ambedue inserite nella Tabella “A” tra le ferrovie da costruire a totale carico dello Stato. L’utilizzo della ferrovia per il trasporto degli agrumi, in quegli anni, iniziava ad intensificarsi dato che la tariffa speciale sui trasporti aveva ridato fiato al commercio degli agrumi. Si erano stipulati anche nuovi accordi con FranciaAustria-Ungheria e Svizzera e il traffico agrumario iniziava a spostarsi dall’America verso il centro-Europa passando così dal trasporto marittimo a quello con treni merci.

Veduta panoramica della ferrovia Tirrenica meridionale in corrispondenza della stazione di Agropoli-Castellabate

Veduta panoramica di Sapri; a mezzacosta è visibile il tracciato ferroviario che dopo un’ampia curva giunge alla stazione, sullo sfondo a destra

La ferrovia Tirrenica nel tratto di attraversamento dell’abitato di Cannitello, sullo Stretto di Messina

Il completamento della linea ferroviaria Battipaglia-Reggio Calabria avrebbe reso i trasporti ferroviari più rapidi e quindi più convenienti; tuttavia il fallimento della Società Vittorio Emanuele nel 1872 e l’incarico, dato dal governo, alla Società per le Strade Ferrate del Mediterraneo di completare la rete calabra, non permise un celere avvio dei lavori progettati. Si dovette attendere la riorganizzazione delle ferrovie con la legge e le convenzioni del 1885 che affidarono la rete alla suddetta società perché si riavviassero speditamente i progetti. Tra il 1883 e il 1887 erano state attivate infatti solo le tratte Battipaglia-AgropoliVallo della Lucania di 50 km e Reggio Calabria – Bagnara di 29 km. Nel frattempo iniziava anche la costruzione delle tratte dell’itinerario via Vallo di Diano, ma molto a rilento, giungendo a completare il tratto tra Sicignano degli Alburni e Lagonegro solo nel 1892 ma non proseguendo più oltre.

Nel 1887 venne completato il tracciato della ferrovia nel tratto tra Nicotera e Gioia Tauro e nel 1888 fu congiunto a Bagnara, ma solo nel 1894 Nicotera fu congiunta con Pizzo e Sant’Eufemia Marina, dal 1968 rinominata Lamezia Terme.

Nel 1895, dopo 20 anni di lavori, la ferrovia Battipaglia – Paola – Reggio Calabria veniva interamente completata. Erano stati eseguiti lavori molto impegnativi, con lo scavo di numerose e lunghe gallerie tra Agropoli e Scalea e tra Palmi e Villa San Giovanni e, soprattutto nelle parti centrali, anche di viadotti impegnativi allo scopo di contenere le pendenze altrimenti troppo penalizzanti. Solo tra Agropoli e Vallo della Lucania venne previsto il rinforzo in doppia trazione e con spinta in coda.

Il boom della tratta (1896-1960)[modifica | modifica wikitesto]

La linea tirrenica si dimostrò subito il mezzo di trasporto più celere e più economico e in continuo e costante aumento di traffico merci e viaggiatori. Veniva incrementata la potenzialità di trasporto rispetto ai tradizionali collegamenti via mare con i “vaporetti” che effettuavano il cabotaggio tra i piccoli porti della regione calabra e quelli di Salerno e Napoli e a quelli con le diligenze per il trasporto dei viaggiatori e con i lentissimi carriaggi a trazione animale.

Nacquero al seguito della ferrovia nuovi posti di lavoro, nuovi centri di sviluppo economico come PaolaSant’Eufemia-Lamezia, che saranno i punti di origine delle linee trasversali in progetto per Catanzaro e per Cosenza e in seguito anche Gioia Tauro con la costruzione delle trasversali Calabro Lucane. Nacquero iniziative turistiche per zone come le Terme Luigiane di Acquappesa per le quali fu creata la fermata di Guardia Piemontese, alberghi a Paola e a Sapri, furono costruiti scali merci, stazioni, rimesse e depositi locomotive a Sapri, Paola, Sant’Eufemia ed officine per le riparazioni a Paola. Non venne invece realizzato, pur essendo previsto dalla Legge Baccarini del 1879, l’utile collegamento tra Cosenza e Nocera Terinese che avrebbe collegato i due mari, Jonio e Tirreno, tramite la già costruita Cosenza-Sibari realizzando l’importante collegamento trasversale tra l’itinerario Adriatico-Jonico e il sud[3].

Già a partire dal 1908 le amministrazioni comunali e i notabili del circondario taurense promossero riunioni per discutere e accelerare l’attuazione del progetto della ferrovia Gioia Tauro – Gioiosa Jonica e diramazioni; nel 1911, infine, il governo, con decreto n. 135 del 26 gennaio, approvò la costruzione della ferrovia, ma a scartamento ridotto. Nel 1917 venne completato il primo tratto di 13 km tra Gioia Tauro, Palmi e Seminara, prolungato nel 1928 fino a Sinopoli.

Con il Regio Decreto n.2119 del 24 luglio 1919 si fu stabilita anche la costruzione del tronco Gioia Tauro – Rizziconi – Radicena (Taurianova) e poi Cittanova. Il 1º giugno 1924 venne inaugurata la linea e, in seguito, prolungata fino a Cinquefrondi; tuttavia, iniziata anch’essa in forte ritardo e mai completata, non si realizzò il collegamento tra i due mari.

Automotrice ALn1900, proveniente da Cosenza via linea di valico a cremagliera, in arrivo alla Stazione di Paola nel 1971

Tra il 1907 e il 1911 iniziarono i lavori per la costruzione della linea Paola – Cosenza, con l’impianto a cremagliera “Strub”, che a Castiglione Cosentino poi si diramava per Cosenza e per Sibari, raggiungendo la linea jonica per Metaponto e Taranto. Alcuni anni più tardi si realizzò, a Cosenza, anche il collegamento con San Giovanni in Fiore e con Catanzaro, ma l’averli realizzati a scartamento ridotto ne limitò fortemente le prestazioni e l’utilità.

Nel 1925 venne inaugurato il raccordo per il Porto di Salerno, attivo fino al 2006, che si diramava dalla linea poche decine di metri prima dell’ingresso nella stazione di Salerno[4].

Nel 1939 venne completata l’elettrificazione fino a Reggio Calabria. I 1310 km a trazione elettrica da Milano rappresentarono al tempo un’opera di grandissimo rilievo che impegnava nell’esercizio un elevato numero di locomotive elettriche691 esemplari, ripartiti nei tre gruppi E.626E.326 ed E.428

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