Alle 6 del 20 gennaio 1920 i ferrovieri bloccavano le Ferrovie italiane. La protesta iniziava dopo che le richieste avanzate dal Sindacato Ferrovieri Italiani (SFI), sulle 8 ore, contro lo sfruttamento degli avventizi, per miglioramenti salariali erano state respinte dal governo Nitti.
Vi furono arresti di massa; e il ministro De Vito, col plauso della destra parlamentare e della sinistra riformista annunciò l’applicazione del famigerato “articolo 56”, che prevedeva il licenziamento per chi si fosse astenuto dal lavoro; l’azienda organizzò il krumiraggio sostenuta dal sindacato cattolico e da quello fascista.
Non servì a nulla. OTTANTAMILA ferrovieri abbandonarono il lavoro. I pochi treni che circolarono in quei dieci giorni erano scortati dai militari. Sparatorie, sabotaggi, scontri, sassaiole erano all’ordine del giorno.
Il magnifico sciopero si concluse il 29 gennaio, tutte le richieste degli scioperanti vennero accolte, i provvedimenti disciplinari ritirati.
Citazione: https://www.perunaltracitta.org/2020/01/20/73881/#:~:text=Alle%206%20del%2020%20gennaio,state%20respinte%20dal%20governo%20Nitti.
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